La storia della giovane spagnola Virginia de Leyva, monaca in un convento di Monza, è la prima versione cinematografica tratta dagli atti del processo pubblicati da Garzanti nel 1985, ed è la storia di una giovane, figlia del suo tempo, in cui le primogenite venivano chiuse in convento per non accampare diritti di ereditarietà. Virginia vi entra a tredici anni e a sedici diventa suora con una vocazione a metà. Il suo convento confina con le proprietà del nobile Giampaolo Osio, giovane sfrontato, che provoca Virginia con i suoi corteggiamenti, che lei non disdegna. Ma il deus ex machina, che trasforma la storia di un capriccio in un amore furioso e fatale, è don Paolo , un personaggio abbietto e subdolo che, facendo da tramite, profana la giovane de Leyva per interposta persona. Grazie al prete, Giampaolo riesce a conquistare Virginia che trascina nell’ignobile tresca anche le due converse addette alla Signora. I quattro si danno al libertinaggio nel convento, compiendo anche omicidi di figli non desiderati. Quando lo scandalo giunge a conoscenza delle autorità religiose, viene istituito un processo in seguito al quale Virginia sarà murata viva per tredici anni, una condanna spietata in uso in quel secolo crudele.